Dialogo

97. La mia camera

Situazione comunicativa
Un amico che arriva all’improvviso, un invito a fare un giro in centro e poi quattro chiacchiere sul tema “la mia camera è un disastro”.

Mamma: ‒ Dove sei?
Enrico: ‒ Sono in camera mia.
Mamma: ‒ Ti cercano.
Enrico: ‒ Chi?
Gianni: ‒ Sono io!
Enrico: ‒ Ciao, che sorpresa!
Gianni: ‒ Sto andando in centro. Vieni anche tu?
Enrico: ‒ Come mai non hai telefonato?
Gianni: ‒ Perso!
Enrico: ‒ Perso cosa?
Gianni: ‒ Il cellulare.
Enrico: ‒ Ma come?
Gianni: ‒ Sì, ho cercato dappertutto in casa, a scuola. Ho rifatto la strada. Ma nulla.
Enrico: ‒ E ora come fai?
Gianni: ‒ Sto andando a comperarne uno nuovo.
Enrico: ‒ Allora vengo anch’io. Fammi mettere le scarpe.
Gianni: ‒ Non avevo mai visto la tua camera.
Enrico: ‒ Non eri mai stato qui?
Gianni: ‒ No. Ma stai ascoltando musica con cuffie?
Enrico: ‒ Sì, sempre. Ho un impianto stereo antico, ma mi piace troppo.
Gianni: ‒ Bello.
Enrico: ‒ L’ho ereditato. Me lo ha regalato mia madre. Era il suo… antico!
Gianni: ‒ Ma studi qui di solito?
Enrico: ‒ Si vede? Non ho mai tempo di mettere a posto la scrivania. Il computer occupa metà scrivania e così sono un po’ incasinato. Nella libreria non ho più spazio e mia madre qui non entra più a mettere a posto niente.
Gianni: ‒ Anche mia madre non ne vuole più sapere della mia camera.
Enrico: ‒ Come vedi anche i vestiti stanno sulla poltrona invece che nell’armadio.
Gianni: ‒ Certo che c’è un bel disordine!
Enrico: ‒ Ma no dai, al sabato metto via tutto…
Gianni: ‒ Anche perché altrimenti come fai a sederti sulla poltrona!
Enrico: ‒ Dai andiamo! Fammi prendere solo un giubbino dall’armadio.
Gianni: ‒ Hai spento lo stereo?
Enrico: ‒ Sì, andiamo.
Gianni: ‒ Non chiudi la finestra?
Enrico: ‒ Già, dimenticavo.