Remember

DIALOGO
Anita: ‒ Prego accomodati.
Damiano: ‒ Grazie. Non viene tuo cugino?
Anita: ‒ Aveva detto che sarebbe venuto, ma non so a che ora.
Damiano: ‒ Non cambia mai!
Anita: ‒ Puoi dirlo. Se ti dice un’ora significa almeno mezz’ora di ritardo e se poi ti dice “nel primo pomeriggio” non sai proprio a che ora arriverà.
Damiano: ‒ Ma se dobbiamo decidere per domenica, lo aspettiamo o no? Sono già le tre.
Anita: ‒ Senti, cominciamo a parlare di questa benedetta festa.
Damiano: ‒ Qui siamo belli comodi. Ma è un salotto nuovo? Me lo ricordavo diverso.
Anita: ‒ Sì, abbiamo cambiato il divano e tenuto le due poltrone vecchie, perché erano ancora belle.
Damiano: ‒ In effetti ci si siede sempre sul divano, perché è più comodo.
Anita: ‒ Io poi quando mi rilasso dopo aver studiato mi metto proprio qui a vedere un po’ di tele.
Damiano: ‒ Certo che la tua tele è gigante, il doppio della mia.
Anita: ‒ Esagerato! L’abbiamo presa nuova quando abbiamo comperato il divano.
Damiano: ‒ I quadri però sono sempre quelli!
Anita: ‒ Sì, e chi li tocca? Sono tutti ricordi di famiglia o di mio padre o di mia madre e non c’è spazio più per niente.
Damiano: ‒ Allora cosa facciamo domenica?
Anita: ‒ Direi di organizzare una festa a sorpresa: è sempre bello festeggiare i compleanni con le feste a sorpresa.
Damiano: ‒ Senti, guarda che hanno suonato.
Anita: ‒ Io non ho sentito.
Damiano: ‒ Ma sì, non senti?
Anita: ‒ Sarà mio cugino.

L’USO DELL’ACCENTO
L’accento indica il modo in cui si deve pronunciare una parola. In italiano di solito non viene segnato.
È obbligatorio indicare l’accento quando cade sulla vocale finale.	A che ora arriverà. Perché erano ancora belle. I quadri però sono sempre quelli! Sarà mio cugino.
È obbligatorio indicare l’accento nei monosillabi che terminano con due vocali: più – giù – già – può.	Sono già le tre.
È obbligatorio indicare l’accento nei monosillabi che possono avere un significato diverso senza l’accento: sì – là – lì – né (avverbi) dà (verbo dare) – è (verbo essere).	Sì, abbiamo cambiato il divano.