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54. Nevicata di gennaio
Situazione comunicativa
La neve è sempre un avvenimento che sorprende. I ragazzi sono felicissimi. I grandi, che devono andare al lavoro, sono preoccupati.
Roberto: – Hai visto?
Stefano: – Cosa?
Roberto: – Una sorpresa!
Stefano: – Dai che cosa? Appena svegliato non ho voglia di indovinelli.
Roberto: – Sei proprio mister simpatia.
Stefano: – Dimmi quale sarebbe la grande sorpresa!
Roberto: – Ti piacerà molto. Guarda fuori dalla finestra!
Stefano: – Ehi nevica!!! Nevica!!!
Roberto: – Hai visto che bella notizia?
Stefano: – Dai, andiamo subito!
Roberto: – Calma. Prima facciamo colazione e poi andiamo.
Mamma: – Colazione pronta, ragazzi!
Roberto: – Arriviamo subito, dobbiamo correre a scuola.
Mamma: – Ma non siete in ritardo. Perché dovete correre?
Roberto: – Ma come non hai visto fuori?
Mamma: – Che cosa? Mi sto preparando per andare al lavoro e non ho guardato.
Roberto: – Non hai alzato la tapparella?
Mamma: – Sì, ma non ho guardato fuori.
Roberto: – Dai guarda!
Mamma: – Ehi, ma nevica!!!
Stefano: ‒ Ma di cosa ti preoccupi, tu hai le gomme da neve.
Mamma: – Già, ma non immaginate il caos per strada. Sono in ritardissimo.
Roberto: – Noi andiamo.
Mamma: – Ma per voi è presto, tanto siete a piedi.
Stefano: – No, dobbiamo andare prima. Quando c’è la neve stiamo nel cortile della scuola a giocare.
Mamma: – Ma nevica forte. Speriamo che non sia come nel 1985!
Roberto: – 1985? Ma di cosa parli. Noi non eravamo neppure nati.
Mamma: – Già. Ma io sì e me lo ricordo molto bene. Hanno dovuto anche chiudere le scuole e gli uffici pubblici.
Roberto: – Anche le scuole?
Mamma: – Sì. Per tre o quattro giorni.
Miriam: – Beh, dai oggi sono aperte. Andiamo.
